Io sono una che legge tuuutttiiii ma
proprio tutti i blog, o meglio leggo tutti i genere di blog:
- Blog di cucina per prendere spunto o
copiare spudoratamente le ricette (e poi di conseguenza rosicare per quanto
belli sono certi blog)
- Blog di moda
- Blog di lifestyle
- Blog di arredamento
- Blog di viaggi
Questi ultimi sono quelli che più mi fanno
riflettere.
Partiamo dall’inizio, sarò un po’
logorroica ma se arrivate fino in fondo vuol dire che mi volete bene.
Nell’epoca preistorica, quando i miei anni
iniziavo ancora per 2… ho fatto qualche viaggetto, nulla di serio, tutto
organizzato, ma l’ho fatto. Poi quando abbiamo messo su casa per questioni
economiche le escursioni si sono ridotte, ma non mi dispiace affatto perché ho
scoperto posti assolutamente low cost ma da perderci gli occhi tanto erano
belli.
Poi è arrivata la prima bimba, e mentre il
genitore medio dovrebbe stare attento al pargolo appena nato, noi no e lei,
alla veneranda età di 10 giorni, era già spaparanzata al mare a prendere il
sole.
E così anche negli anni a seguire: inverno
montagna, estate mare.
E la stessa cosa si è ripetuta anche con il
secondo nano.
Sapevo che c’erano altre terre da esplorare
ma non ne abbiamo mai sentita la necessità.
Quest’anno a Natale quando pensavamo cosa
regalare ai bimbi io con la mia prontezza ho detto “perché non gli regaliamo
un’esperienza… che so: un viaggio!!!”.
Marito mi ha prontamente tarpato le ali
convincendomi che i bambini sono felici quando ricevono quello che desiderano
tanto o che hanno chiesto a Babbo Natale e pensando a me bambina non ho potuto
che condividere.
Poi, leggendo i suddetti blog di viaggi,
che parlano di famiglie che visitano città sconosciute, camminano per
chilometri con bimbi sereni al fianco, visitano mostre e musei (!!!) non so che
sentimento provare.
Non so se sia giusto privare i bimbi di
esperienze che li mettano a contatto con altre culture, al contrario non so se
sia giusto strapazzarli per fargli vedere città di cui tra qualche anno non
ricorderanno il nome o musei con quadri fatti da artisti che studieranno tra
dieci anni.
Mi chiedo se rinunciando a viaggiare e
vedere posti nuovi privo i miei figli dell’opportunità di fare esperienze
preziose per la loro crescita ma, allo stesso modo mi chiedo se abituandoli a
frequentare lo stesso posto, le stesse compagnie io riesca a dargli in qualche
modo dei punti di riferimento in più rispetto ai classici famiglia/casa/scuola.
Ho le idee molto confuse e diversamente dal
solito, scrivere non mi ha aiutato a chiarirle.
3 commenti:
Mi rendo conto che prima di una certa età (probabilmente 8/9 anni in su) i bambini ricorderanno poco o nulla delle loro esperienze di viaggio.
Però è anche vero che (quando economicamente è possibile) prima li abitui a viaggiare e più apprezzeranno in futuro, l'idea stessa del viaggio (che sia culturale o no).
Personalmente mi è sempre piaciuto viaggiare (pur non avendo mia un 'lira') quindi quando è possibile ho continuato a farlo anche dopo la nascita di mia figlia. Il suo primo aereo l'ha preso a due anni e mezzo (che bello quando non pagava l'areo) per andare ad Hammamet (la tunisia costava meno di qualsiasi posto italiano), un anno e mezzo dopo per andare a Dublino. Ora lei di questi due posti non ricoda praticamente nulla però intanto ha preso confidenza con l'aereo, culture diverse (in un pub a Dublino passò l'intera serata a giocare con una bambina polacca poco più grande di lei... nessuna delle due parlava inglese e nessuna delle due parlava la lingua dell'altra, ma giocarano e conversarono per ore) e comunque a passeggiare per guardare, visitare ecc ecc. Adesso che ha dieci anni (ma già dai 8/7) ricorda benissimo gli ultimi viaggi, e quindi ad esempio (anche se ancora ci 'maledice' per i kilometri fatti a piedi ogni giorno) ama NewYork, vorrebbe tornare a Parigi (dove è stata per un solo giorno causa perdita di una coincidenza sullo scalo a Charles de Gaulle), ha visto il mare dei caraibi ed ora ha fatto il salvadanaio per andare alle Maldive (ho cercato di spiegargli che dovrebbe farlo anche per pagare il mio di viaggio... ma sembra determinata)...ecc...eccc
In qualsiasi paese è stata, ha trovato persone con cui giocare (è figlia unica) di qualsiasi nazionalità, questa estate ad esempio nella repubblica dominicana aveva fatto gruppo con fratello e sorella francesi ed una bambina spagnola ....
Io ho continuato a viaggiare per puro egoismo non per far un favore a lei...però devo dire che il girare ha influenzato un po il suo modo di vedere le cose.
P.S.
Scusa se ho scritto così tanto.
P.P.S.
E non ho finito.....
Con il passare degli anni i viaggi son cambiati di tipologia... i primi anni cervamo sempre di andare in posti con tutti i confort (ecco il perchè della Tunisia....costi bassi, servizi eccellenti.... prima, ora non mi fido ad andarci) o a casa di amici all'estero, poi pian piano stiamo arrivando ai viaggi zingari, come eravamo abituati a fare noi, prima che nascesse.
uaooo che super commento!!! ti assumo come collaboratore del blog! :)
mi fa piacere leggere quello che scrivi perchè il post è nato appunto dal confronto con persone e blog che vivono i viaggi come voi e quindi diversamente da noi.
L'esperienza che posso però condividere con te è la bellezza di vedere dei bimbi di nazionalità diversa che comunque riescono a comunicare e giocare (visto due anni fa a Ibiza e in alto adige a natale con bimba tedesca).
tua figlia è moolto determinata, anche i miei stanno facendo il salvadanaio per le vacanze ma la meta è ancora da definire!!!
.....si questa è una delle cose che invidio ai bambini... non hanno pregiudizi, non hanno nazione, hanno solo voglia di far ciò che a loro piace (e ci riescono) :)
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