mercoledì 11 gennaio 2017

Viaggiare o non viaggiare...? Questo è il dilemma...



Rifletto su questo argomento da tempo e non ho trovato ancora riposte.

Io sono una che legge tuuutttiiii ma proprio tutti i blog, o meglio leggo tutti i genere di blog:

- Blog di cucina per prendere spunto o copiare spudoratamente le ricette (e poi di conseguenza rosicare per quanto belli sono certi blog)
- Blog di moda
- Blog di lifestyle
- Blog di arredamento
- Blog di viaggi

Questi ultimi sono quelli che più mi fanno riflettere.
Partiamo dall’inizio, sarò un po’ logorroica ma se arrivate fino in fondo vuol dire che mi volete bene.
Nell’epoca preistorica, quando i miei anni iniziavo ancora per 2… ho fatto qualche viaggetto, nulla di serio, tutto organizzato, ma l’ho fatto. Poi quando abbiamo messo su casa per questioni economiche le escursioni si sono ridotte, ma non mi dispiace affatto perché ho scoperto posti assolutamente low cost ma da perderci gli occhi tanto erano belli.
Poi è arrivata la prima bimba, e mentre il genitore medio dovrebbe stare attento al pargolo appena nato, noi no e lei, alla veneranda età di 10 giorni, era già spaparanzata al mare a prendere il sole.
E così anche negli anni a seguire: inverno montagna, estate mare.
E la stessa cosa si è ripetuta anche con il secondo nano.
Sapevo che c’erano altre terre da esplorare ma non ne abbiamo mai sentita la necessità.
Quindi in una serena e consapevole abitudine scegliamo per l’estate posti dove lo sforzo massimo è quello di arrivare al bar della spiaggia e per l’inverno scegliamo posti che ci permettano di rilassarci senza per forza trovarci nella condizione di fare qualsiasi tipo di sport invernale.
Quest’anno a Natale quando pensavamo cosa regalare ai bimbi io con la mia prontezza ho detto “perché non gli regaliamo un’esperienza… che so: un viaggio!!!”.
Marito mi ha prontamente tarpato le ali convincendomi che i bambini sono felici quando ricevono quello che desiderano tanto o che hanno chiesto a Babbo Natale e pensando a me bambina non ho potuto che condividere.
Poi, leggendo i suddetti blog di viaggi, che parlano di famiglie che visitano città sconosciute, camminano per chilometri con bimbi sereni al fianco, visitano mostre e musei (!!!) non so che sentimento provare.
Non so se sia giusto privare i bimbi di esperienze che li mettano a contatto con altre culture, al contrario non so se sia giusto strapazzarli per fargli vedere città di cui tra qualche anno non ricorderanno il nome o musei con quadri fatti da artisti che studieranno tra dieci anni.
Mi chiedo se rinunciando a viaggiare e vedere posti nuovi privo i miei figli dell’opportunità di fare esperienze preziose per la loro crescita ma, allo stesso modo mi chiedo se abituandoli a frequentare lo stesso posto, le stesse compagnie io riesca a dargli in qualche modo dei punti di riferimento in più rispetto ai classici famiglia/casa/scuola.
Ho le idee molto confuse e diversamente dal solito, scrivere non mi ha aiutato a chiarirle. 

#tuttoaposto


3 commenti:

Boh ha detto...

Mi rendo conto che prima di una certa età (probabilmente 8/9 anni in su) i bambini ricorderanno poco o nulla delle loro esperienze di viaggio.
Però è anche vero che (quando economicamente è possibile) prima li abitui a viaggiare e più apprezzeranno in futuro, l'idea stessa del viaggio (che sia culturale o no).
Personalmente mi è sempre piaciuto viaggiare (pur non avendo mia un 'lira') quindi quando è possibile ho continuato a farlo anche dopo la nascita di mia figlia. Il suo primo aereo l'ha preso a due anni e mezzo (che bello quando non pagava l'areo) per andare ad Hammamet (la tunisia costava meno di qualsiasi posto italiano), un anno e mezzo dopo per andare a Dublino. Ora lei di questi due posti non ricoda praticamente nulla però intanto ha preso confidenza con l'aereo, culture diverse (in un pub a Dublino passò l'intera serata a giocare con una bambina polacca poco più grande di lei... nessuna delle due parlava inglese e nessuna delle due parlava la lingua dell'altra, ma giocarano e conversarono per ore) e comunque a passeggiare per guardare, visitare ecc ecc. Adesso che ha dieci anni (ma già dai 8/7) ricorda benissimo gli ultimi viaggi, e quindi ad esempio (anche se ancora ci 'maledice' per i kilometri fatti a piedi ogni giorno) ama NewYork, vorrebbe tornare a Parigi (dove è stata per un solo giorno causa perdita di una coincidenza sullo scalo a Charles de Gaulle), ha visto il mare dei caraibi ed ora ha fatto il salvadanaio per andare alle Maldive (ho cercato di spiegargli che dovrebbe farlo anche per pagare il mio di viaggio... ma sembra determinata)...ecc...eccc
In qualsiasi paese è stata, ha trovato persone con cui giocare (è figlia unica) di qualsiasi nazionalità, questa estate ad esempio nella repubblica dominicana aveva fatto gruppo con fratello e sorella francesi ed una bambina spagnola ....
Io ho continuato a viaggiare per puro egoismo non per far un favore a lei...però devo dire che il girare ha influenzato un po il suo modo di vedere le cose.

P.S.
Scusa se ho scritto così tanto.
P.P.S.
E non ho finito.....
Con il passare degli anni i viaggi son cambiati di tipologia... i primi anni cervamo sempre di andare in posti con tutti i confort (ecco il perchè della Tunisia....costi bassi, servizi eccellenti.... prima, ora non mi fido ad andarci) o a casa di amici all'estero, poi pian piano stiamo arrivando ai viaggi zingari, come eravamo abituati a fare noi, prima che nascesse.

anto ha detto...

uaooo che super commento!!! ti assumo come collaboratore del blog! :)
mi fa piacere leggere quello che scrivi perchè il post è nato appunto dal confronto con persone e blog che vivono i viaggi come voi e quindi diversamente da noi.
L'esperienza che posso però condividere con te è la bellezza di vedere dei bimbi di nazionalità diversa che comunque riescono a comunicare e giocare (visto due anni fa a Ibiza e in alto adige a natale con bimba tedesca).
tua figlia è moolto determinata, anche i miei stanno facendo il salvadanaio per le vacanze ma la meta è ancora da definire!!!

Boh ha detto...

.....si questa è una delle cose che invidio ai bambini... non hanno pregiudizi, non hanno nazione, hanno solo voglia di far ciò che a loro piace (e ci riescono) :)